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Stadio Dorico e Ancona, la storia del suo simbolo sportivo.

Dal CORRIERE ADRIATICOAncona 8 marzo 1931: l’Anconitana tiene a battesimo il nuovo stadio del Littorio contro il Prato. 29 novembre 1992: la squadra di Vincenzo Guerini, assurta ai fasti della Serie A per la prima volta nella storia, dà l’addio al vecchio Dorico (la nuova denominazione risale al 1945-46) , affrontando il Cagliari. Si concluse così, con un pizzico di commozione, un connubio perfetto, durato oltre sessant’anni. Un periodo lungo, intenso, che ha profondamente inciso nella storia,

non solo sportiva, di Ancona e degli anconetani, perché l’impianto di viale della Vittoria ha davvero tanto da raccontare ed ha sempre rappresentato un preciso punto di riferimento per la città. Non sono mancati neanche i colpi di scena, quando nel 2010 dopo la mancata iscrizione alla B, la squadra biancorossa c’è ritornata a giocare alcune partite. Alla prima gara del campionato di Eccellenza contro la Biagio Nazzaro in notturna, c’erano quasi cinquemila spettatori. Nessuno dimenticherà mai quella serata, incancellabili le sensazioni provate da chi già aveva varcato molte volte i cancelli in passato e chi, perché troppo giovane, non lo aveva fatto ancora. Un sogno interrotto presto per motivi di ordine pubblico. Le tappe Scritto del match di esordio con i toscani, da segnalare la supersfida del ’36 contro il Milan. L’Anconitana vinse addirittura 2-1: rossoneri in vantaggio con Libonatti prima del pareggio su punizione di Corbelli e della prodezza di Cristina. Una gioia immensa, ma il meglio doveva ancora venire e ci riferiamo alla grande festa del 9 agosto del 1942. I dorici vinsero contro il Varese con una stupenda realizzazione di Guastavo Fiorini. Il gol della B, dopo una dolorosa retrocessione. I drammatici eventi bellici, che videro Ancona dilaniata da una interminabile serie di bombardamenti aerei, non risparmiarono neppure le stadio, che, comunque, fu sempre al centro dei pensieri degli anconetani, che cercavano disperatamente di mettersi alle spalle dolori e lutti. Quel dicembre nero Giornata, invece, nera ed amarissima quella di domenica 21 dicembre 1947, quando scatenata da una lunga serie di incredibili errori dell’arbitro bolognese Vannini, nell’attesissimo big-match col Pisa, una parte di pubblico, al fischio di chiusura, invase il campo di gioco pestando di brutto la giacchetta nera. Un fatto gravissimo che scosse tutto l’ambiente. Campo squalificato a lungo, spalti silenziosi per quasi un anno. Per tornare poi letteralmente ad esplodere nel campionato di C (1949/50), quando l’Ancona tornò in B grazie a un maestro del calcio come l’attaccante Zsengeller. Dorico sempre pieno, atmosfera elettrizzante come accadde nel febbraio del ’50 nell’amichevole con il Milan del favoloso trio d’attacco Green-Nordhal-Liedholm. Vinsero i rossoneri per 5-3, ma l’Anconitana giocò da favola. In precedenza, anche Inter e Juventus avevano onorato il rettangolo verde del viale, così come il formidabile Modena metodista dei Remondini, Malinverni, Neri e Brighenti. Dalla tendopoli ai giorni nostri Nel gennaio ’72, Ancona fu colpita da un disastroso terremoto che continuò a perseguitarla fino a giugno. Il Dorico, aprì i suoi cancelli alla tendopoli, con la squadra costretta a giocare altrove. Da lì in poi la ripresa con Grati (promozione in C nel 74/75), le prime iniziative collettive e tra alti e bassi, il decollo definitivo verso l’Olimpo. Tempi d’oro… o d’argento, ma assolutamente indissolubili. Natale Maiani, Edoardo Longarini i fautori del cambiamento con gli allenatori Mascalaito, Cadè, Guerini. Il ritorno in B con il Livorno, la A ottenuta a Bologna ma festeggiata con l’Udinese. La prima partita nel torneo di massima serie contro la Sampdoria. Passando da quelle parti ci sembra ancora di sentire la voce di Avio Venturini annunciare le formazioni delle squadre, o respirare l’inebriante profumo del mare durante le partite invernali. Ritornano in mente: Raffaele Loccioni, Ambretta, “Massimi’” il custode, i ragazzi della “Fossa”, degli “Ultras” e del “Collettivo” . Solo qualche nome, ma, nell’affettuoso ricordo vogliamo accomunare tutti quanti hanno animato, servito ed amato il vecchio Dorico. Tornato nuovo, pronto ad ospitare l’Anconitana. Anche solo per gli allenamenti. Lo stadio fu costruito nel 1931 sul sito del vecchio impianto di tiro a segno di cui conserva, debitamente rielaborato, l'avancorpo dell'ex ingresso, ed inserito nel nuovo contesto urbano delimitato dall'asse del Viale della Vittoria; si chiamò stadio del Littorio fino alla caduta del regime fascista. Diventato Dorico a partire dalla stagione 1945/46, tante sono state le battaglie sportive. Amichevoli di lusso (Milan, Inter e Juventus), partite della Nazionale (Under 21, in particolare), ma anche tendopoli nel 1972 a causa del terremoto. Nel 1988 si sono disputate anche il Superbowl italiano di Football Americano. Ci sono stati veri restauri, il più importante senz’altro nel 1988 con l’installazione della curva sud. Una situazione resa necessaria per la conquista della B. Il record di presenze e di incassi dello stadio va alla partita Ancona-Udinese nell'ultima giornata della serie B (199)2. Segue la partita Ancona-Livorno della serie C1, e valida per la promozione al campionato cadetto.

Paolo Papili