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ALEX AMBROSINI " Profilo basso, tanta umiltà, ma sappiamo chi siamo. E, soprattutto, dove vogliamo arrivare".

AMBROSINI PROMETEOAlex Ambrosini si è ripreso l'Anconitana. E' bastata una doppietta per riallacciare un legame con un'ambiente che lo aveva stimato ed esaltato in passato. Lui, d'altro canto, aveva ripagato la fiducia e l'entusiasmo dei tifosi con ventidue centri, in meno di un anno e mezzo. In serie D, tra il 2011 e il 2012, prima di un addio forzato, non voluto. Ora, dopo un precampionato importante, i gol al Castelfidardo in Coppa. Un biglietto da visita che ha fatto stropicciare gli occhi al pubblico. «Non potevo chiedere di più, speravo in un esordio del genere - ha detto l'attaccante -. E' chiaro che adesso non bisogna cullarsi sugli allori, si deve insistere, in fondo la stagione è appena cominciata». 
Ambrosini, quali sono state le emozioni che ha provato prima di scendere in campo domenica a Castelfidardo? 
«Non vedevo l'ora di debuttare, dopo quaranta giorni di ritiro, intensi e pieni di fatica, la partita ufficiale l'aspetti sempre con ansia. In questo caso non penso di parlare solo per me, anche i miei compagni avevano la stessa idea. C'era tanta voglia di fare bene, di iniziare con il piede giusto, ci siamo riusciti. Come potevamo esimerci? Siamo stati letteralmente travolti dall'affetto dei nostri tifosi: che impatto magnifico». 
Non se l'aspettava? 
«La piazza la conosco benissimo, so quello che può dare e come riesce far sentire un giocatore che indossa una casacca del genere. Io, poi, non sarei mai voluto partire anni fa se quasi non mi avessero costretto. Non nascondo che ho sempre sperato di poter ritornare e questo desiderio si è realizzato. Per riprendere il discorso però, posso dire che non è così scontato trovare così tanto calore quando a livello sportivo si è sofferto tanto. Ancona è una fantastica realtà che nessuno ha intenzione di tradire. Dirò di più: la società, oltre ad essere seria, è fatta di dirigenti competenti che stanno facendo scelte intelligenti per creare il clima giusto. Ho visto i prezzi della campagna abbonamenti, sono ottimi e accessibili. Inoltre, ci sono iniziative come quelle di sabato che sono finalizzate a coinvolgere tutta la città. Ne abbiamo parlato negli spogliatoi, alla presentazione ci aspettiamo grandi numeri. Ci darebbe altra carica in vista del ritorno di Coppa». 
Ecco, ripartiamo proprio dal match di Castelfidardo. Ok, i suoi gol sono stati stupendi e decisivi, ma in che maniera analizza l'intera prestazione? 
«Abbiamo disputato un buon primo tempo, convinti dei nostri mezzi. Nella ripresa c'è stato un piccolo calo mentale, senza dimenticare che davanti avevamo una buonissima squadra. Giusto quindi dare meriti agli avversari. Mi è piaciuta la reazione che c'è stata, non ci siamo scoraggiati e abbiamo preso la vittoria». 
Si parla tanto di moduli e tattiche: Ambrosini dove si trova meglio?
«Non ho preferenze, in carriera ho svolto tutti ruoli dell'attacco. Ho dato la più totale disponibilità al mister, lo stesso hanno fatto anche i mie compagni che prima di essere bravi con il pallone tra i piedi sono uomini pieni di valori». 
Dall'esterno sembra proprio che siete un bel gruppo 
«Quando si cambia così tanto, a volte è difficile amalgamarsi. All'interno della rosa ci sono dei ragazzi bravissimi, il mister e il suo staff hanno subito inculcato a tutti una mentalità professionale non scontata. Con questi presupposti è difficile non andare d'accordo». 
Alle porte, ormai, c'è anche il campionato: che idea si è fatto? 
«Sarà un torneo tosto, essendo della zona conosco il valore delle compagini che arricchiscono il girone. Tutti si sono rinforzati, ma ci sono cinque o sei squadre che sono pronte a lottare per il vertice proprio come noi. Ci saranno partite in campi piccoli e difficili, però non siamo spaventati. Profilo basso, tanta umiltà, ma sappiamo chi siamo. E, soprattutto, dove vogliamo arrivare» 
Paolo Papili 
Corriere Adriatico