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Davide Montagnoli, con addosso i colori dell'Anconitana, quelli della sua città.

PEPPE GALLOZZILa testa alta e lo sguardo rivolto ad un obiettivo chiaro. CORRIERE ADRIATICOCon addosso i colori dell'Anconitana, quelli della sua città. Davide Montagnoli, attaccante classe 1997 cresciuto nel settore giovanile del Cral Palombina e poi dell'Ancona 1905, è pronto a rimettersi in gioco per riconquistare quella Serie D che lo ha già visto protagonista.

Il suo ritorno all'ombra del Conero, dopo aver assaggiato il professionismo proprio qui nelle stagioni 2015-2016 e 2016-2017, arriva al termine di un lungo giro tra Interregionale (Castelfidardo, Como, Francavilla e Notaresco) ed Eccellenza (Fabriano Cerreto) che ha contribuito a forgiarlo nel carattere aiutandolo anche a superare alcuni infortuni che ne hanno rallentato fino ad oggi il salto nel calcio dei Pro.

«Bellissimo tornare qui»

«Intanto è bellissimo tornare ad allenarsi, farlo qui, ad Ancona, rende tutto più entusiasmante. Ho la fortuna di indossare la maglia della città dove sono nato e per questo motivo devo tanto alla società che ha creduto in me». Il primo allenamento di lunedì con lo striscione degli ultras ha subito proiettato i calciatori in quella che sarà la loro dimensione per i prossimi mesi: «E' stata l'ennesima conferma che Ancona non è una piazza come le altre e merita di essere riportata nelle categorie che le competono. Le parole servono a poco in questo caso, dobbiamo solo lavorare a testa bassa per raggiungere il nostro obiettivo in questa Eccellenza tanto particolare fatta di dieci finali più i playoff». Sullo stato forma, invece, la strada è ben scandita: «Sono un calciatore brevilineo e mi sono posto l'obiettivo di essere al cento per cento per l'esordio dell'11 aprile con la Jesina. Non sarà una partita facile, esattamente come mi aspetto le altre, e dovremo farci trovare subito pronti sotto tutti i punti di vista».

Una concorrenza che motiva

Sarà utile cercare di capire come la nuova Anconitana di Marco Lelli si schiererà in mezzo al campo. In questo senso, le prime partitelle in famiglia potranno essere indicative: «Mi sembra chiaro che la concorrenza non mancherà confessa Montagnoli -. Vedo questa cosa come una motivazione aggiuntiva per tutti e chiunque cercherà di mettere il mister in difficoltà nelle scelte. Personalmente ritengo che giocando al fianco di calciatori esperti come Falconieri, Marabese e Zenga ci sia solo da imparare. Il loro curriculum parla molto chiaramente». Quanto alla collocazione tattica in un ipotetico attacco a tre: «Largo a destra o sinistra indistintamente. L'attaccante vero è proprio l'ho fatto ma più la seconda punta in un 3-5-2 o 4-4-2. Se l'allenatore dovesse chiedermi di fare il terminale più alto del tridente mi metterei comunque a disposizione della squadra cercando di apprendere nel minor tempo possibile».

«Voglio vincere e rimanere»

Tra i suoi maestri ai tempi del settore giovanile del Palombina c'è anche un certo Cristiano Cristiani, uno che a suon di gol il suo posto nella storia biancorossa se l'è ritagliato ampiamente: «Cristiani è stato importante nella mia crescita, come anche altri tecnici. Mi ha dato tanto sia tecnicamente sia caratterialmente e mi ha insegnato diversi movimenti da attaccante puro. Fare solo una parte di quello che ha fatto lui con questa maglia sarebbe stupendo». In conclusione: «Restare qui a lungo sarebbe un passo importantissimo per la mia carriera ma dobbiamo guardare al presente. Sono tornato per vincere il campionato, penso solo a questo».

Sabato test in famiglia

Ieri, intanto, è proseguito il lavoro al Dorico. Lavoro prevalentemente atletico per tutto il gruppo sotto gli occhi vigili del prof. Glauco Simonetti. Si è allenato regolarmente anche Sabah Kerjota che ha aggiornato il suo certificato medico agonistico. Oggi la squadra si ritroverà al Viale della Vittoria alle ore 14.30 e lo stesso farà domani e venerdì. Sabato, alle 9.30 nella medesima struttura, è prevista la prima partitella in famiglia che per via del Dpcm al pari delle sessioni d'allenamento si svolgerà a porte chiuse.
Peppe Gallozzi
Corriere Adriatico