«Negli ultimi giorni intorno all'Anconitana è successo di tutto. Dal fatto che non si gioca, al lituano Chevdukas che viene annunciato ma poi va in Finlandia fino alle tante critiche ricevute dalla società. Io ritengo che dobbiamo entrare nell'ottica che si tornerà in campo e vanno gettate le basi per il futuro»: così il leader dei Clubs Uniti Biancorossi Ancona Eros Giardini sulla stretta attualità in casa biancorossa. «La paura che i dorici non si facciano trovare pronti alla ripartenza, per quelli che sono i nostri obiettivi di vittoria, c'è ed è condivisa da gran parte dei tifosi. Il non giocare non aiuta, tutto si sta sfilacciando e sta diventando normale nel percorso mentale della tifoseria vedere delle ombre. Mancano gli stimoli, la verità è questa».
Come ovviare a questo contesto di sconforto?
«Con un nome conclude Giardini . Un nome che dia certezze, un nome che aiuti a ritrovare quel calore ormai perso, un nome che restituisca la giusta credibilità al progetto. Secondo me il ritorno di Salvatore Mastronunzio aiuterebbe, e non poco, in questo senso».
«Mastronunzio? Magari»
Sonia Severini di Noi Biancorosse ripercorre l'ultimo weekend tracciando anche un bilancio a trecentosessanta gradi della situazione: «La storia del calciatore lituano ha alimentato le tante polemiche che già da tempo circolavano, non ci voleva proprio. Immagino nelle altre province delle Marche, dove si continua a parlare di calcio giocato, come possiamo essere giudicati sportivamente. I contentini non bastano più, questa piazza ne ha subite tantissime negli ultimi anni». La strada per riconquistare i tifosi è una sola sempre secondo la Severini: «E' arrivato il momento di fare i fatti, sento tanta gente delusa che si sta allontanando sempre di più dai colori biancorossi. Si parla spesso di Mastronunzio, io penso che se davvero esiste una possibilità di riportarlo ad Ancona bisogna sfruttarla in ogni modo. Ridarebbe morale a tutto l'ambiente e in questo momento ne abbiamo veramente bisogno».
«L'ora della verità»
Un bel pensiero articolato e comprendente tutti gli ultimi sviluppi è quello fornito da Luca Provinciali, gestore della pagina Facebook Ancona se ne parla dove nell'ultimo weekend si è registrato un ingente susseguirsi di utenti biancorossi: «Gli errori fino a qui ci sono stati ed è inutile negarlo. Il periodo storico è particolare ma nell'annuncio di un calciatore che non ha completato il tesseramento la leggerezza commessa è tangibile. In ogni caso non amo puntare il dito contro qualcuno ma tendo ad analizzare a trecentosessanta gradi». Nello specifico: «L'Anconitana non è come le altre squadre che può affrontare la ripresa a cuor leggero. L'Anconitana è obbligata a vincere, qualsiasi format venga adottato. La situazione è anomala perché da altre parti se si dovessero perdere due o tre partite non succederebbe nulla. Il presidente Marconi ha ripetuto più volte di voler valutare la situazione, in presenza di certezze, e non posso permettermi di giudicare questa scelta. Dico solo che le possibilità sono due: o si decide di fare il massimo mettendo in preventivo che il campionato potrebbe anche non partire, o si aspetta fino alla fine con il rischio di non allestire una squadra competitiva. Ritengo sia arrivata l'ora della verità».
«Cresce l'indifferenza»
Daniele Montanino, tra gli amministratori del forum AnconaSiamoNoi, mette in risalto una problematica non sottovalutabile: «Intorno all'Anconitana si sta creando un'indifferenza pericolosa. Questa è una piazza depressa perché vedo intorno a noi, anche a pochi chilometri di distanza, giocare e far bene. Senza girarci intorno, lo stato d'animo è questo». Rivolto alla società: «La proprietà ha diritti e doveri verso i tifosi ma queste categorie bisogna mangiarsele. Indipendentemente dal fatto che la ripartenza è avviata, ma non sicura nelle date, va fatto uno squadrone con i migliori della categoria. In poche parole, la squadra va fatta a prescindere da ogni cosa e da ogni sviluppo. Non possiamo permetterci qualora come sembra si debba tornare in campo di farci trovare impreparati. Il prossimo anno dobbiamo giocare in Serie D, altrimenti la vedo molto dura a livello di prospettive per il calcio dorico».
Peppe Gallozzi