Dal La sconfitta di Marina ha fatto emergere delusione e malcontento in casa Anconitana. Delusione e malcontento che partono da lontano, dalla mancata promozione in Serie D dello scorso campionato (interrotto dal Covid a sette giornate dal termine) fino al ripescaggio non avvenuto dopo settimane di speranze concrete, alimentate dagli stessi vertici federali. In mezzo, da non trascurare, un mercato estivo per nulla all'altezza delle aspettative che ha consegnato alla prima di Eccellenza una rosa troppo giovane e ancora incompleta. Il presidente Stefano Marconi si è trovato a fronteggiare una situazione non certo auspicabile e domenica, ore 15 al Del Conero (a porte chiuse), c'è la Vigor Senigallia.
Presidente, gli arrivi dell'attaccante Buonaventura e del play Marino come vanno letti?
«Quando ho visto lo spettacolo in negativo di Marina, del quale non vado assolutamente fiero, ho dato subito mandato al direttore sportivo di prendere questi due giocatori. Specifico che ad Ancona non si fanno sfilate. Qui ci si sporca, altrimenti si va a casa»
Proprio il ds Arcipreti ha parlato di mercato sostanzialmente chiuso, è d'accordo?
«Chi può dirlo? Io e mister Lelli ci sentiamo, ascolto le necessità e cerco di soddisfarle. Concordo quando dice che se deve arrivare qualcuno deve essere in grado di fare la differenza. Qualora dovessero sorgere delle opportunità non mi tirerei indietro».
Nei giorni scorsi si è parlato tanto del budget messo a disposizione. Può chiarirci le cose una volta per tutte?
«Le mie parole sono state strumentalizzate ad arte. In diretta a RADIO TUA ho riportato la cifra totale per la gestione del campionato di Eccellenza. 600mila euro non erano riferiti ai soli rimborsi. Una parte cospicua, superiore ai 350mila euro, è destinata alla campagna acquisti poi ci sono le spese di gestione e quelle per i dirigenti. Sostenere il contrario potrebbe essere diffamatorio, soprattutto per l'impegno economico dal quale la società non si è mai sottratta. Quest'anno non avremo incassi, sponsor, solo costi. Lamentarsi del budget è da irresponsabili. La cifra è molto importante ma se qualcuno vuole mettere di più che si facesse avanti. Se gli sforzi non dovessero essere apprezzati è normale che farei le mie valutazioni. Oltre alla categoria che oggettivamente è mortificante per Ancona non vogliamo appesantire la situazione costituendo un ulteriore problema. Il nostro obiettivo rimane quello di continuare a lavorare per il calcio anconetano»
Lo ritiene sufficiente all'obbligo di vittoria?
«Decisamente. Abbiamo preso giocatori importanti con tante presenze in B, C e in D, paghiamo puntualmente gli stipendi, in maniera trasparente, siamo vicini alle esigenze dei singoli ma ora vogliamo delle risposte immediate dal campo».
Che tipo di rapporto si è instaurato con il consulente Ermanno Pieroni?
«Rispetto reciproco. Pieroni riconosce i miei sacrifici e comprende l'impegno che ho messo. Vogliamo portare a termine il progetto, siamo fermamente convinti di farcela ma abbiamo bisogno della gente».
Nulla di più quindi
«Se si riferisce alle voci circa una fantomatica cessione è delazione allo stato puro. Ermanno Pieroni è un collaboratore punto e basta, finiamocela di cercare il marcio anche dove non c'è. Io sono di Ancona e la mia parola ha valore».
Domenica con la Vigor Senigallia intravede già un bivio determinante per la stagione?
«Voglio vedere giocatori in grado di ribaltare il campo. Gente che gioca con il sangue agli occhi, altrimenti non è utile alla nostra causa. Qui c'è da soffrire, lottare e scalare categorie. Credo che con questa rosa l'obiettivo venga raggiunto ma da parte loro devono mettere tutto quello che hanno. Altrimenti è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità».
Pensava, onestamente, di essere più avanti a questo punto?
«La mia ferma volontà è quella di uscire il prima possibile da queste categorie. Ripeto, a costo di essere antipatico, che il campionato dello scorso anno non lo avevamo perso. Da tifoso posso essere mortificato di questa situazione ma da presidente devo mantenere un equilibrio e portare la nave in porto. Non è questo il momento di prendere decisioni drastiche».
Per chiudere, è il momento più difficile da quando è al timone di questa società?
«Difficile non lo so, complicato sicuramente. Non mi spaventano le difficoltà perché cerco sempre di reagire. Da parte mia posso promettere che questa società non fallirà mai e manterrà i suoi impegni».
Peppe Gallozzi