Stefano Marconi ed Ermanno Pieroni sono sempre più vicini. Ieri, anche da Arezzo, dove Pieroni svolge il ruolo di direttore generale degli amaranto, è rimbalzata prepotentemente la notizia. Quella che, nelle scorse settimane sembrava fosse solamente un’indiscrezione, sta trovando sempre
più riscontro. Le parti ovviamente negano ogni forma di coinvolgimento, almeno per ora. Il presidente dell’Anconitana in particolare ha sempre ribadito che ci sono stati solo ed esclusivamente contatti telefonici, nulla più. Probabilmente però questa difficile operazione ha subito un’improvvisa accelerata. Ma a delle inevitabili condizioni. Fondamentale, non solo per il corso del calcio dorico, sarà salire in Serie D. Le speranze, interpellando i vari addetti ai lavori, ci sono. Se ne saprà di più tra qualche giorno, precisamente l’8 giugno. Una data molto importante, utile davvero per conoscere i criteri che saranno scelti dalla Lnd. Se l’Anconitana il prossimo campionato sarà iscritta in D, Pieroni non avrà difficoltà a scendere di categoria per affiancare Marconi con il ruolo di dirigente. L’obiettivo è quello di stilare un piano di lavoro triennale, utile per consentire al club di ritrovarsi con un ruolo da protagonista nei tornei professionistici. Insomma, la manovra che si sta profilando è clamorosa. Nessuno, fino a qualche mese fa, avrebbe potuto paventare una cosa del genere. Probabilmente, dopo i dispiaceri sportivi maturati sul campo nella stagione che non si è conclusa a causa del Covid, la famiglia Marconi ha deciso di girare pagina in fretta puntando su un manager di esperienza e che, esaminando le ultime stagioni in Toscana, ha compiuto un autentico miracolo.
Le reazioni
Come reagirà la piazza lo si è capito benissimo. Il comunicato diramato dagli Ultras sabato mattina è molto chiaro ed ha lasciato intendere che la parte più calda della tifoseria non ha dimenticato delle vicende personali che si sono verificate quando Pieroni era presidente dell’Ancona. Ma ci sarà comunque sostegno alla società e alla squadra, non una battaglia che condizionerà l’operato del club. Altri, invece, attraverso i social hanno lasciato commenti neutrali. Molti hanno capito che il fallimento dell’Ancona dopo la Serie A del 2004 con successivo arresto dell’ex presidente Pieroni è stato strumentalizzato dal sistema calcio a favore di altre società. In mezzo tanti osservatori, pronti a tornare al Del Conero (quando sarà possibile), per spingere l’Anconitana in alto.
Il piano B
Naturalmente, se l’Anconitana dovesse rimanere in Eccellenza un altro anno, non solo sarebbe un brutto colpo per tutto l’ambiente, ma le buone intenzioni si ridimensionerebbero. Sì, perché Pieroni prenderebbe in considerazione altre soluzioni e Marconi dovrebbe rivalutare altri direttori. Il presidente biancorosso, infatti, è sempre più convinto di non seguire con lo stesso coinvolgimento di prima, la costruzione della squadra e tutte le dinamiche organizzative che ne conseguono. I programmi che ha in testa rallenterebbero, ma le ambizioni rimarrebbero immutate. Insomma tutto ruota attorno al salto di categoria, crocevia fondamentale per chi ha cuore le sorti del club il quale osserva molto attentamente il bando pubblico che uscirà a breve per ottenere la gestione triennale del rinnovato stadio Dorico. Altro tassello determinante per avere aspettative di vertice. Giorni caldi sotto il Guasco e pensare che non si gioca da tempo. A proposito, il presidente Sibilia ha lanciato una proposta: campionati dilettantistici in campo a fine settembre, inizio ottobre. Sarà così? Speriamolo davvero.
Paolo Papili