
L’immediato futuro
Dai segnali che arrivano da Roma, la riforma del sistema calcio e delle sue categorie dovrebbe slittare al 2021-2022. In questo senso, i biancorossi dovranno concentrare i loro sforzi sul provare a vincere l’eventuale serie D. Campionato, secondo Lombardi, da non sottovalutare: «La D è anomala, molto particolare e richiede una gran conoscenza. Oltretutto, per com’è strutturata per la questione degli under (dove si va sempre più per la riconferma delle annate 1999-2000-2001), impone pochi errori in sede di costruzione della rosa. Bisogna azzeccare sia gli over che gli under e, di conseguenza, affidarsi a persone che conoscono il calcio e sappiano muoversi sul mercato». La società, e non ne ha fatto mistero, vuole rinforzare la propria compagine con una figura di spessore. Ermanno Pieroni resta il desiderio numero uno del presidente Marconi: «Sarebbe positivo se arrivasse un profilo di un certo livello dal punto di vista dirigenziale. Un professionista darebbe modo di crescere, aumentare la qualità e ambire alle situazioni migliori per tutti».
I giovani scalpitano
Ripartire in sicurezza. E’ questo lo slogan di tutti i settori giovanili d’Italia. Il responsabile dell’Anconitana Academy, che l’anno prossimo come anticipato dal numero uno Massimo Bugari convoglierà sotto la denominazione Anconitana, si allinea al pensiero generale: «La voglia di riprendere sarà tanta, stando a contatto con i ragazzi si percepisce quotidianamente. Speriamo che possano esserci protocolli adatti ad organizzare al meglio gli allenamenti senza rischiare nulla. Serve qualcosa che possa garantire l’attività a medio e lungo termine». Un vivaio, come quello biancorosso, che potrebbe beneficiare molto presto del nuovo Dorico: «Ritengo il Dorico un fattore fondamentale per la crescita del settore giovanile. Riuscire ad aggiudicarsi la gestione (il bando sarà pubblicato nel mese di giugno mentre l’impianto dovrebbe essere pronto per settembre) darebbe un segnale forte per la ripartenza. Lo scorso anno abbiamo gettato basi solide, ora dobbiamo proseguire nel nostro cammino».
Peppe Gallozzi
Corriere Adriatico