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La famiglia Rangoni di Bologna interessata a rilevare la maggioranza dell’Ancona.

CORRIERE ADRIATICOLa famiglia Rangoni di Bologna è interessata a rilevare il pacchetto di maggioranza dell’Ancona. L’operazione, che va avanti da un po’ di tempo, è ormai a buon punto. Nel tardo pomeriggio di ieri sono piombati nel capoluogo dorico avvocati e commercialisti per studiare tutti i passaggi burocratici necessari per perfezionare il passaggio. L’atto, salvo sorprese, si terrà nel giro di poco. Al massimo fra una settimana in occasione dell’assemblea dei soci. Ecco, in quell’occasione, per forza di cose sarà fatta chiarezza. Quella che invoca da tempo la tifoseria, stanca dei continui tira e molla. E che specialmente vorrebbe solo tornare ad appassionarsi per i fatti accaduti sul campo. Al di là del poco senso di appartenenza delle istituzioni e dell’imprenditoria locale, anche questo ha scoraggiato il sostenitore medio.
Chi sono                                                                                    
Per giorni sulle nostre colonne non abbiamo fatto altro che riportare le notizie di un gruppo interessato al sodalizio dorico, impegnato nel settore automobilistico sportivo. Tutti riferimenti che alla fine hanno portato dritti alla “Rangoni Corse”. L’azienda non è solo un team d’auto da corsa, ma una vera e propria realtà di alto livello nel mondo del motorsport italiano ed europeo. Con una struttura tecnica ed organizzativa d’avanguardia i Rangoni sono in grado di sviluppare, gestire e seguire sui campi di gara sia auto nate per i trofei monomarca sia vetture che partecipano a campionati con gradi di preparazione molto più elevati, mettendo a disposizione dei propri clienti le capacità e l'esperienza maturate negli anni. Alla guida della struttura ci sono tre fratelli: Luca, Mirko e Michael Rangoni, i quali non si sono mai occupati di calcio e hanno sempre messo al primo posto la passione per i motori. I precedenti ci impongono di riflettere, o quanto meno devono metterci nelle condizioni di chiederci che cosa possono averli spinti proprio adesso e con una situazione societaria critica, nel difficile e complicato mondo pallonaro. Ma tant’è. Se le cose dovessero andare in questo senso, tutti i quesiti che crediamo essere anche gli stessi dell’intera città andranno spiegati bene. Nei progetti c’è comunque l’idea di ingaggiare un manager di loro conoscenza e di esperienza per seguire l’avventura, gm che dovrà dare un taglio netto con il recente passato. Una nuova diligence per rilanciare l’Ancona. E Fabiano Ranieri? Lui dovrebbe rimanere con  il 23 per cento.
La trattativa                                                                              
Sciorinarla nel dettaglio è complicato. Nel senso che sia l’amministratore delegato David Miani che il socio di minoranza Fabiano Ranieri hanno dialogato spesso con i Rangoni. Pare che il primo sia stato a Bologna addirittura i primi di agosto per avere una sorte di paracadute nel caso in cui strada facendo fossero subentrati dei problemi economici. Tradotto: Miani ha sentito puzza di bruciato fin da subito quando ha capito che sponsor milionari non sarebbero entrati da nessuna parte. L’architetto romano, invece, negli ultimi giorni sostiene di aver lavorato molto con i Rangoni. Anche in questo contesto appare evidente che le varie anime societarie sono divise tra loro.
Alternative
In mezzo a questo marasma pare infatti che abbiano sondato il terreno anche due imprenditori marchigiani della zona del fermano. Due calzaturieri attratti da questa possibilità. Sembra però, che entrambi siano rimasti un pochino spiazzati dalla querelle legata ai conti. Anzi, se saltasse l’affare con i Rangoni appare difficile che ci possa essere un ripensamento. Nelle ultime ore però, personaggi molto vicini al calcio, riferiscono che anche dalla Toscana abbiano chiesto informazioni. Segno che questa “vecchietta” ultracentenaria un certo fascino ce l’ha ancora nonostante in tanti abbiano fatto l’impossibile per metterla al tappeto. Magari ora riprenderà addirittura a “correre”… 
Paolo Papili