Triplica la produzione di bollicine made in Marche. Secondo un'analisi Coldiretti su dati dell'Istituto marchigiano di tutela, le bottiglie di spumante a denominazione di origine (Doc, Docg e Igt) del nostro territorio hanno ormai raggiunto quota un milione. Le varietà più diffuse sono il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il vino più premiato dalla guise gourmet, la Vernaccia di Serrapetrona, il Pecorino e la Passerina, Bianchello del Metauro, fino al San Ginesio e ai Colli Maceratesi. "Un vero e proprio boom rispetto agli scorsi anni,
frutto di una crescente tendenza da parte dei consumatori a preferire le bollicine del nostro territorio – conferma Alberto Mazzoni, direttore dell'Imt – grazie a un lavoro impostato sulla qualità del prodotto e sul legame con i vitigni autoctoni". Quasi la metà della produzione di bollicine a denominazione di origine marchigiana sarà consumato in occasione delle feste. Proprio per assaporare al meglio i brindisi a km zero, Coldiretti ha elaborato una serie di regole per servire lo spumante nel modo corretto. La bottiglia va tirata fuori dalla cantina un paio d'ore prima e raffreddata in un secchiello con ghiaccio tritato, acqua fredda e sale grosso. La temperatura migliore è compresa fra gli 8 ed i 12 gradi. Berlo esclusivamente in una flûte a forma di tulipano che consente agli aromi di svilupparsi liberamente. Per stappare lo spumante occorre tenere con una mano il tappo e far ruotare con l'altra mano la bottiglia leggermente inclinata accompagnando sempre l'espulsione del tappo. Far uscire poi lentamente il gas e versarlo tenendo la bottiglia dal fondo e non dal collo per evitare che lo spumante si riscaldi con il calore della mano. Mai utilizzare del ghiaccio nel bicchiere. Le bottiglie, ricorda Coldiretti Marche, vanno conservate in una cantina buia, fresca e senza sbalzi di temperatura, in posizione orizzontale.