Dopo l'infuocata conferenza stampa di mercoledì sera, Sosteniamolancona è uscita spiazzata. Le dichiarazioni del presidente Andrea Marinelli prima e quelle di Sandro Marcaccio poi, hanno creato un certo disagio. Che il patron fosse stanco e provato per tutta una serie di motivi (Comune in primis), lo si sapeva. Comprendere però che anche il Ds gettasse la spugna, è stato un duro colpo. Sa, in un certo senso si sente tradita. Sperava di poter mettere al centro del progetto proprio Marcaccio, autentico deus ex machine dell'intera operazione. Per ora non sarà così. Ecco che gli interrogativi sono leciti: E' proprio necessario sviluppare il piano A?
Quello che metterebbe nelle condizioni alcuni esponenti di Sosteniamolancona di portare avanti tutto il piano gestionale del club. Se l'Ancona non ha problemi economici ed ha avviato un percorso tecnico importante, vale la pena rivoluzionarlo in toto nonostante i problemi con l'amministrazione comunale. Probabilmente delle risposte precise, arriveranno stasera. La riunione tra Sa e gli sponsor si farà lo stesso. "Dopo l'assemblea abbiamo un altro elemento per poter capire come agire e noi lo stiamo facendo con spirito di servizio per tutti i tifosi che amano l'Ancona - ha detto Raffaele Vietri - Marcaccio lavorerà con noi fino al 30 giugno, non ce l'aspettavamo. Stasera capiremo se questo nuovo elemento avrà generato delle reazioni negative. E soprattutto si evincerà definitivamente la volontà dei partner di fronte a queste nuove prospettive. Solo dopo avremo tutto il quadro completo di informazioni da condividere. Dopodiché chiameremo a raccolta i tifosi per fare il punto della situazione e trarre le conclusioni finali. Ribadisco che noi non abbiamo firmato niente perché il tassello finale, quello imprescindibile, è di avere l'appoggio dei sostenitori. Ad Ancona ci siamo conquistati un diritto che altri si sognano e cioè quello di non farci prendere più in giro e in questa conquista c'è un elemento di democratizzazione fondamentale, la voce dei supporter che va ascoltata e che ci dovrà aiutare a prendere una decisione".
Noi siamo in grado
"Capisco chi ha paura di mettere le cose in mano a soggetti senza esperienza calcistica - riattacca Vietri -. Ma una cosa è occuparsi di parte tecnica e cioè Ds, allenatore e giocatori, l'altra è avere competenze di tipo amministrativo. Da cinque anni ci occupiamo di bilanci, in quanto nel Cda e nell'assemblea dei soci, siamo noi che certifichiamo i primi passaggi. Se dovesse attuarsi quello che Marcaccio chiama piano A, noi ci dovremmo occupare di dare al budget a disposizione una sua sostenibilità e cioè non sforare, non creare i buchi che spesso mettono in difficoltà le società. Nell'organigramma di Sa abbiamo persone con competenze validissime per fare questo lavoro, ma credo che il problema di fondo non sia questo. Non penso che la gente creda che Sa sia un elemento negativo per la storia della nostra Ancona ma che, e lo ripeto da giorni, questa sia un'idea troppo rivoluzionaria per essere compresa nella sua essenza. Si guardano spesso solo i risultati del campo e sempre meno al valore delle società. Qualcuno ha parlato di società "meravigliosa" mercoledì; non so a cosa si riferisse ma dovremmo continuare a lavorare per rafforzare i principi di serietà che negli ultimi due anni ci contraddistinguono".
Un cambiamento va fatto
"Nei primi periodi questa società si è distinta soprattutto per il dilettantismo che noi spesso abbiamo denunciato - conclude Vietri -. I trust dei tifosi nascono non solo per fare da controllo e garanzia, ma anche per diventare sostenitori economici o addirittura proprietari. Nella nostra situazione Marinelli ci chiede di passare da soci controllori di minoranza, a proprietari. Ed è qui che nascono i dubbi di molti e cioè sapranno costoro portarci al compimento finale del progetto che tutti quanti abbiamo in mente e cioè riconquistare la categoria che abbiamo perso nel 2010? Noi non vogliamo convincere nessuno ma condividere solo quello che è un modello di gestione societaria".