Se i giocatori e le qualità sono queste, di strada l'Anconitana non ne farà tanta. Lo sa bene la società che ha già iniziato a guardarsi intorno per invertire la rotta. A questo punto, anche i dirigenti biancorossi hanno capito che più di qualcosa non sta funzionando.
È stato giusto incoraggiare i ragazzi, aiutarli, fargli sentire calore, vicinanza. Ma adesso basta. Le partite giocate hanno evidenziato che forse qualche elemento è stato sopravvalutato, oppure non c'è desiderio di seguire le indicazioni di mister Ciampelli. Tecnico giovane, preparatissimo, meticoloso nell'insegnare schemi e tattica durante la settimana. Poi però succede che arriva la domenica e tutto quello che è stato studiato minuziosamente, si dissolve. E così si collezionano figuracce, una dopo l'altra. A memoria non si ricordano prestazioni tanto brutte, nemmeno nei periodi di magra. A pensare che l'obiettivo principale della famiglia Marconi, era quello di vincere attraverso il gioco in modo da divertire il pubblico. Al mercato di dicembre immaginiamo che gli interventi possano essere robusti, se non altro per provare ad andare avanti in Coppa che sappiamo quanto è importante.
La pazienza è finita
Ribadiamo il concetto: se il gruppo non segue le indicazioni del trainer, la faccenda è seria. Se Mercurio lascia libero Shiba di saltare dentro l'area, se Bruna si fa stritolare dai mediani avversari, se Giambuzzi continua ad essere impiegato come esterno d'attacco, se Ambrosini si perde tra le maglie della difesa e finisce sempre in fuorigioco, come può l'Anconitana pensare di vincere il campionato? Senza tirare mai in porta oltretutto. Ciampelli continua a dire che è contento degli uomini che ha a disposizione. Dissentiamo. Battistini, Trombetta e Visciano stanno mantenendo le promesse, poi? Nella lista ci sarebbe anche Mansour, se solo si capisse dove schierarlo. Nel giro di una settimana è passato da esterno di centrocampo a centravanti. Forse si nascondono proprio qui le risposte dei disagi: con poche certezze, moduli che cambiano continuamente, chi scende in campo non sa più che cosa fare. E a scadere clamorosamente è anche la mentalità. Tutti intimoriti, la palla scotta tra i piedi, e vediamo quello che succede. L'atteggiamento è quello di un gruppo che deve conquistare la salvezza, nient'altro. Analisi troppo dura? Quando la malattia è grave, meglio guardare in faccia la realtà ed evitare la compassione. Il ruolino di marcia dell'Anconitana, fatto di fortunati pareggini, ha dato delle indicazioni chiare. C'è stata un involuzione incredibile che i tifosi non sopportano più.
Ora a Senigallia
È la partita migliore che potesse capitare in questo momento. Tornare alla vittoria in trasferta, con una bella cornice di pubblico e dinanzi a un'avversaria quotata, potrebbe servire per svoltare. Farlo con chi lotta per mantenere la categoria, probabilmente sarebbe illusorio. La tavola è apparecchiata, le pietanze ci sono tutte per dimostrare quanto si è più bravi degli altri. Che siano gli avversari a dire che l'Anconitana è una bella formazione, non il contrario. E soprattutto, ci si concentri su un modulo fatto dagli stessi interpreti. Altrimenti sarà facile individuare chi pagherà il conto.
Paolo Papili
Corriere Adriatico