A scatenare i tafferugli fu una scintilla: uno striscione dedicato ai diffidati che la polizia non voleva far entrare allo stadio, insieme a un megafono. La tensione salì subito alle stelle, anche per alcuni scontri del passato tra gli ultras dorici e gli agenti del Reparto Mobile di Bologna. Poi il caos: volarono manganellate, calci, pugni, seggiolini, fumogeni, aste di bandiere, cinghiate, pure un carrello di metallo.
Il tutto sotto lo sguardo terrorizzato di donne e bambini che a Rimini, in quel nefasto 9 ottobre 2011, erano andati solo per assistere a una partita di calcio, cominciata in ritardo per la baraonda scoppiata fuori e poi dentro lo stadio Romeo Neri. Per la cronaca, la vecchia Ancona 1905 (allora in serie D) del patron Andrea Marinelli, allenata da Massimiliano Favo, vinse in scioltezza 3-0 contro il Real Rimini, che oggi nemmeno esiste più e all'epoca era seguita giusto dai parenti, amici e fidanzate dei calciatori. Per quel pomeriggio di follia, in verità, non ha pagato nessuno. A distanza di 8 anni sono stati tutti assolti gli 8 ultras dorici finiti a processo per la maxi rissa con la polizia, dopo essere stati riconosciuti grazie alle immagini delle telecamere, denunciati a piede libero e sottoposti a Daspo. Il processo, incardinato a Rimini dopo le denunce mosse dalla questura romagnola, è andato troppo per le lunghe fra eccezioni, slittamenti e cambio di giudici: così si sono prescritti i reati di lesioni personali aggravate, resistenza a pubblico ufficiale, lancio di 5 fumogeni fuori dal pullman durante il trasferimento dalla stazione ferroviaria allo stadio e danneggiamento di 42 poltroncine della tribuna del Neri. Da questo lungo iter giudiziario escono dunque puliti gli 8 ultras (molti con recidive per reati da stadio), 5 dei quali assistiti dall'avvocato Robert Egidi, gli altri dagli avvocati Francesco Nucera, Monica Clementi e Luca Galli del foro di Rimini. I legali avevano chiesto per tutti l'assoluzione, sostenendo che le tre cariche di alleggerimento della Celere, nelle quali rimasero feriti 6 tifosi e un poliziotto, furono ingiustificate ed esagerate rispetto al contesto di una partita super blindata in cui, però, gli unici presenti erano i tifosi dorici. Nel processo-fiume sono state ascoltate le parti lese (l'agente scelto ferito alla caviglia da un carrello metallico lanciato con forza da uno degli imputati e l'allora presidente del Real Rimini) e molti testimoni, incluso un giornalista presente alla partita. Ma giovedì scorso il tribunale di Rimini ha sancito la prescrizione per tutti.