Pubblicato oggi sul sito tuttolegapro.com l'intervista all' ex DG dell'Ancona 1905 Cerminara che spiega il dietro le quinte della gestione societaria e le motivazioni che lo hanno portato alle dimissioni, riservando una stoccata al presidente Miani e facendo "mea culpa" sulla gestione del caso Lori. Ecco il pezzo a firma Claudia Marrone che riportiamo integralmente.
Ancona, l'ex DG Cerminara: "Troppe prese in giro. Le fazioni del club andavano su binari diversi, non comuni: ognuno si prenda le sue responsabilità"
di Claudia MARRONE per tuttolegapro.com
Ancona, l'ex DG Cerminara: "Troppe prese in giro. Le fazioni del club andavano su binari diversi, non comuni: ognuno si prenda le sue responsabilità"
Infausta avventura in quel di Ancona per il DG Marco Cerminara, arrivato nelle Marche lo scorso 8 luglio in un momento estremamente delicato per la società biancorossa, che deve ancora chiarire alcuni aspetti societari, anche a seguito del rinvio dell’assemblea dei soci. L’esperienza in terra dorica, però, per il direttore si è conclusa, non senza lasciare qualche strascico. Ai microfoni di TuttoLegaPro.com, a parlare per la prima volta dopo l’addio, è lo stesso Cerminara.
Situazione sempre in divenire in casa Ancona, a livello societario. Tre mesi vissuti in terra dorica, per lei, che situazione ha lasciato?
“Dopo la mia breve permanenza, ho lasciato una situazione di caos societario sotto il punto di vista gestionale, organizzativo e di programmazione futura. Mancava un vero vertice di controllo, e ognuno dei responsabili ha gestito la faccenda per conto proprio: tutti tiravano acqua al proprio mulino per cercare di mantenere il proprio status già consolidato. In sostanza ogni fazione facente parte del club correva su binari diversi che non convergevano nel bene unico della società. Una delle difficoltà maggiori che ho riscontrato è stata quella del vedere gestire una società per come deve essere gestita, io a esempio non ho mai neppure avuto la possibilità di vedere la situazione economica e contabile per stabilire con tutti anche un piano di rientro dei debiti. Le documentazioni e le entrate gestite da Miani non sono mai state mostrate, ma gestite in totale autonomia, cosa che rendeva impossibile il dargli una mano”.
Alla fine è però stato lei che ha pagato, i tifosi lo hanno additato come uno dei responsabili di una situazione non semplice. Alla luce di quanto affermato prima, quindi, come si spiega ciò?
“Ai tifosi sono state raccontate troppe balle, e io, nonostante avessi richiesto a più riprese anche un confronto, non ho mai avuto modo di spiegare loro cosa stava succedendo. Quello che loro credono di sapere sono solo illazioni nei miei personali confronti”.
Spieghi quindi adesso cosa stava succedendo…
“Uno dei maggiori problemi è legato al mercato. Abbiamo iniziato questo percorso l’8 luglio, con notevole ritardo e con soli 8 giocatori in rosa: è scaturito subito un confronto con il mister, che mi ha spiegato quali fossero le sue idee di gioco che avrebbero poi portato alla costruzione dell’organico. Alcuni giocatori della passata stagione non si sposavano bene al calcio voluto da Brini, altri è stato difficile riconfermarli perché le tempistiche ormai strette non lo consentivano, loro avevano già magari trovato altre sistemazioni. Io avevo poi richiesto un budget col quale muovermi, non mi interessava se questo fosse alto o basso ma volevo una cifra entro la quale indirizzarmi per avere un riferimento: ma questo, chiaro e preciso, non è mai arrivato, le forze economiche si modulavano continuamente sugli eventi. Fino a quando ad agosto non mi è stato chiesto di fare alcune cessioni per fare cassa e iniziare a rientrare a livello economico. Qua forse un errore è stato fatto”.
Quale?
“Non avrei affatto ceduto Lori, era una situazione che dovevo gestire diversamente senza farmi prendere dalla fretta. Ma a ogni modo tutto è sempre stato condiviso con lo staff, e la proprietà ha avallato sempre il tutto, ben consapevole dei costi. Non posso quindi poi sentire dire, come più volte dichiarato, che la squadra è costata troppo, perché tutti all’interno del club sapevano le cifre dei contratti e se queste non fossero state ritenute congrue non si sarebbe mai proceduto al deposito degli stessi, non sarebbero mai stati accordati. Alcune operazioni poi non sono neppure state condotte da me, che non potevo quindi sapere come fossero gestite: come avrei potuto conoscere entrate e uscite? Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”.
Dimissioni quindi seguite a tutto questo?
“Non solo, confermo che le mie dimissioni sono seguite anche a un confronto molto acceso con la tifoseria, anche se ero in attesa di capire cosa stesse succedendo a livello societario perché erano troppe le situazioni non chiare. Personalmente, non essendo tenuto al corrente in modo chiaro e preciso dell’avvenire, mi trovavo in fortissima difficoltà per la gestione e la comprensione totale della situazione, non avevo neppure legittimate strategie o scelte atte a tranquillizzare la squadra. Credo che tutti si sia stati presi in giro”.
dal sito www.tuttomercatoweb.com