Il presidente di Sosteniamolancona Raffaele Vietri alla luce del momento delicato che la società sta vivendo ha fatto il punto della situazione confermando le possibilità di cessione del club.
"Di fronte alle tante promesse e alle poche certezze sono il primo a dire che dobbiamo prendere in seria considerazione le manifestazioni di interesse da parte di soggetti e gruppi che considerano Ancona importante come capoluogo di Regione innanzitutto e inoltre come una piazza calcistica di rilievo".
Nella disamina ha anche lanciato un messaggio forte e chiaro.
"Diffido gli avventurieri di turno a perdere tempo, del resto ci sono persone serie che abbiamo già incontrato in sede preliminare e che aspettiamo di rivedere per iniziare una trattativa che conduca l’Ancona 1905 in una condizione di stabilità, cosa sperata dai tifosi tutti".
L’operazione è in fase di stallo?
"Sì, e proprio per questo massimo rispetto non solo per i tifosi ma soprattutto per coloro che vivono di calcio e lavorano da tesserati nella nostra società, dallo staff tecnico tutto, ai giocatori, al segretario e al team manager che oggi fa funzioni anche da ds."
Vietri, anche secondo lei l’innovativo progetto gestito dai tifosi è fallito ?
"Il progetto di partecipazione diffusa potrebbe avere un seguito importante anche con una nuova proprietà. A noi interessa il bene dell’Ancona e non ci interessano le poltrone. Continuare ad andare nelle scuole, svolgere azioni sociali nei quartieri e anche attraverso la scuola calcio potrebbero essere elementi che vanno in quella direzione di collaborazione con una nuova dirigenza. Ma coltiviamo prudenza, nessuna illusione. Dobbiamo continuare a lavorare come se a gestire il club domani ci sia ancora “Sa”. Se riuscissimo a far combaciare gli sponsor che già ci sono con nuovi soggetti disposti ad investire qui da noi sarebbe comunque una prospettiva diversa, ma pur sempre buona."
Faccia un’analisi delle cose buone e di quelle negative che ci sono state quest’anno.
"Le cose più belle sono soprattutto quelle derivate da un gruppo di persone che pur nelle loro diversità e tra mille discussioni si sono prodigate per l’Ancona. E questo è accaduto grazie ad una passione comune che ci ha spinti a cooperare. Le cose negative: siamo nati come organo di controllo e la sua operatività tale doveva essere anche in questo primo anno in cui abbiamo deciso con consapevole incoscienza di gestire il club. L’esserci trovati a fare mille cose ci ha fatto perdere quello che doveva essere l’obiettivo fondamentale dell’associazione e cioè fare verifiche rispetto al raggiungimento dei parametri previsti nel programma. Questa componente è purtroppo mancata nella fase decisiva quando non ci si è accorti che l’organigramma della squadra era troppo pesante rispetto a quanto previsto dal budget. Ma la cosa che imputo di più è non aver dato la giusta voce al nostro movimento in cui potevamo far emergere la forza dei nostri valori in Lega. Il caso Pisa è stato sintomatico. Veder una squadra che non si sarebbe potuta iscrivere vincere i play off ha rappresentato la sconfitta di quel calcio pulito che noi professiamo da anni. Una vergogna non aver detto in Lega una parola che avesse un peso politico su questa vicenda. Gravina ci ha affidato la delega di un progetto per portare il seme della partecipazione popolare in tutte le piazze della Lega Pro. Bene, ma cosa possiamo raccontare se la premessa è quella di accettare passivamente situazioni come quella dei toscani? A me sembra continuare a perseverare un cambiamento di facciata e non di sostanza."
Paolo Papili
fonte Corriere Adriatico