Si consolidano le politiche di accoglienza per rifugiati, richiedenti asilo e possessori di protezione umanitaria. Grazie alla Provincia di Ancona, capofila di un partenariato sociale e istituzionale denominato "Ancona Provincia d'Asilo" che coinvolge anche i Comuni di Jesi e Chiaravalle, saranno resi disponibili 50 posti in accoglienza, 35 di categoria ordinaria (uomini soli) in 7 appartamenti a Jesi e 15 di categoria ordinaria (nuclei monoparentali) in 3 appartamenti a Chiaravalle. Nella graduatoria dei 367 progetti presentati dalle amministrazioni pubbliche stilata dal ministero dell'Interno, "Ancona Provincia d'Asilo" occupa il 16° posto.
"Abbiamo risposto positivamente alla richiesta del ministero dell'Interno – spiega il commissario straordinario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande - che nel 2013 ci ha chiesto la disponibilità ad aumentare i posti in accoglienza per far fronte al numero crescente di stranieri in arrivo in Italia, i quali non possono ricevere assistenza nei centri, in quanto tutti occupati ben oltre la loro capacità ricettiva massima. Una scelta in sintonia con la cultura solidale del nostro territorio, ma anche ponderata sul fatto che, dal 2009 ad oggi, non si è verificato nessun problema con i nostri ospiti. Evidentemente funziona la promozione della solidarietà fondata sul rispetto della legalità e il riconoscimento dei diritti umani".
Ad offrire tutti i servizi di accoglienza integrata previsti dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, sarà l'associazione Gus di Macerata, in qualità di ente attuatore del progetto. La Provincia di Ancona contribuirà al cofinanziamento attraverso la valorizzazione del lavoro dipendente, senza alcuna assunzione di impegno economico gravante sul bilancio dell'Ente. Fondamentale sarà l'attivazione di una stretta collaborazione con i Comuni aderenti, che potrà essere garantita attraverso la messa a disposizione di servizi, spazi e personale, nonché la realizzazione di incontri periodici tra i partner di progetto.
L'accoglienza prevede una serie di servizi minimi garantiti che vanno dall'alloggio al servizio di mediazione linguistico-culturale, dall'assistenza sanitaria all'inserimento sociale con attività di integrazione. Ma l'attenzione dell'equipe multidisciplinare che seguirà i beneficiari sarà rivolta in particolare alle attività di formazione, orientamento e tutto quanto favorisca la riconquista dell'autonomia dei beneficiari.