Il racconto di una cena di coppia tra distanziamenti, sanificazioni e mascherine
L’avvento della fase 2 ha dato la possibilità di riaprire anche a bar e ristoranti. Incuriosito dalle nuove disposizioni, dai distanziamenti e le mascherine a tavola, decido di provare in prima persona quella che può definirsi un’esperienza. Con la mia compagna scegliamo il locale Gnao Gatti, storico bistrot anconetano sito nelle vie limitrofe a Piazza del Papa.
Prenotiamo telefonicamente, obbligatorio di questi tempi, e concordiamo il tavolo per il primo turno. Quello che dalle 19.45 si estende fino alle 21.30. Con Francesco, il titolare, il rapporto è subito cordiale e si capisce la sua voglia di tornare a lavorare e servire i clienti. La giornata è soleggiata, è un giovedì di maggio molto caldo, e le vie del centro sono abbastanza popolate al tramonto. Tra mascherine (tante, ma non manca chi ne fa a meno) e vicoli arriviamo al locale e troviamo una decina di tavoli tutti ben distanziati tra loro. Non ci sono tavolate, in ogni tavolo siedono due persone e l’attenzione da parte del cameriere è tanta.
C’è da far rispettare le distanze, da controllare l’uso delle mascherine per le persone in piedi e soprattutto da sanificare. Sanificare spesso, quasi maniacalmente, per garantire il servizio. Veniamo accolti da Francesco e ci posizioniamo al nostro tavolo. Adiacente all’ingresso che è stato cosparso da plexiglas così da separare la zona cucina/cassa dai clienti. L’interno non è attrezzato, per scelta più che per disposizione, con i piatti e le bevute servite solo all’esterno.
La prima cosa che notiamo sono i menù. Ai tavoli sono in formato plastificato mentre, in grande, sono riportati sulla lavagna visibile da tutti. Ordiniamo due bevute e qualche stuzzichino che ci vengono servite dal cameriere rigorosamente in mascherina. Mascherina che, se voglio alzarmi, devo indossare regolarmente. L’unica eccezione è al tavolo, dove posso farne a meno: «La riapertura è stata positiva – ci racconta Francesco – Ovviamente i tavoli sono dimezzati ma eravamo tutti consapevoli di questo. La gente ha risposto bene, forse delle volte è indisciplinata e ai miei colleghi di Piazza del Papa ha dato qualche problema. Vedo che c’è voglia di ricominciare, questo salta subito all’occhio».
Dopo un aperitivo a base di Moscow Mule e Campari shakerato, il tutto accompagnato da delle splendide patate arrosto, ordiniamo due piatti particolari. Un couscous accompagnato da un tris di verdure e dei bocconcini di pollo bagnati da un miele agrodolce. Non manca il vino, specialità della casa, ingrediente fondamentale di ogni cena. L’attesa non è eccessiva, pur rispettando tutte le disposizioni il cliente viene soddisfatto nel tempo consono. La parte “antipatica” è quella di evitare ogni contatto tra chi è al tavolo e chi passa accanto, anche se si tratta di amici e/o conoscenti. Presto lo si supererà ma va considerato che è il prezzo da pagare per garantire la sicurezza di tutti, di chi lavora e di chi vuole concedersi qualche momento di relax
La cena si conclude bene, siamo soddisfatti di quello che abbiamo ordinato e consumato. Nonostante le difficoltà, perché andare a cena allo stato attuale non è come prima. Ma si può fare. Come ci ha confidato prima di salutarci Francesco a cui abbiamo rivolto un grande in bocca al lupo: «La filosofia, oggi, è farsi meno male possibile. Non hai più le possibilità di fare un fatturato come quello di prima ma puoi comunque avere una gestione serena. L’importate è partire». Così come sarà importante sostenere le attività di casa nostra.
Peppe Gallozzi – Radio Tua Ancona