Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ancona ha recentemente sottoposto a sequestro preventivo un ingente patrimonio, pari a circa 1,2 milioni di euro, consistente in unità immobiliari, tra le quali 3 villini, quote societarie, autovetture, disponibilità finanziarie ed altri beni di elevato valore riconducibili ad un cittadino residente nel territorio marchigiano.
L'attività trae origine da un servizio svolto nello scorso anno dal predetto Reparto, sotto l'egida dell'Autorità Giudiziaria di Macerata, al termine del quale erano stati denunciati a piede libero 29 soggetti, tra cui 10 professionisti, responsabili di varie fattispecie delittuose, spazianti dalla truffa, all'appropriazione indebita ed al trasferimento fraudolento di valori. Nell'ambito della stessa attività, erano stati altresì sanzionati 10 funzionari di banca, dipendenti di 9 istituti di credito di rilevanza nazionale, per aver omesso di segnalare operazioni finanziarie sospette ammontanti a circa 3,7 milioni di euro.
L'operazione, denominata Great Tower, aveva consentito di ricostruire il disegno criminoso posto in essere dal gruppo e di individuarne il "dominus" dedito, da oltre un decennio, alla commissione di molteplici reati avvalendosi di numerosi soggetti prestanome, c.d. teste di legno e dello schermo fornito da società costituite ad hoc.
Nei confronti di tale persona, ricorrendo alla speciale normativa antimafia applicabile al reato di trasferimento fraudolento di valori in presenza di un'evidente sperequazione patrimoniale, si era già proceduto al sequestro dei beni oggetto dell'odierno provvedimento.
All'epoca però il soggetto indagato, a seguito di ricorso, ne aveva ottenuto il dissequestro dalla competente Sezione Riesame del Tribunale.
Sul contesto si è definitivamente pronunciata la Suprema Corte di Cassazione, la quale, con sentenza depositata lo scorso mese di settembre, ha annullato l'ordinanza di dissequestro, ribadendo l'efficacia delle misure cautelari in precedenza adottate sui beni.